L’articolo è stato pubblicato sul Secolo XIX del 5 dicembre 2018
La Silver Economy, vale a dire l’economia che viene animata dalle persone con oltre 65 anni, può muovere più di 122 miliardi di Euro (Centro Studi Itinerari Previdenziali). L’argomento attira crescenti interessi culturali, professionali ed economici e genera mediamente sei messaggi al giorno. Da giugno ad oggi sono stati quasi 1000: articoli di giornale e trasmissioni radio/tv (40%), blog e web news (39%), social (21%).
Oltre ai segnali forti – il ruolo dei nonni in economia – emergono i segnali deboli di una nuova visione che tocca il tema spinoso delle pensioni. Nella sostanza la necessità di superare le diseguaglianze generazionali che stanno mettendo in crisi i sistemi di welfare in tutta Europa (invecchiamento attivo da una parte e gioventù passiva dall’altra, segnata da disoccupazione, sottoccupazione o stress famigliare). Nei commenti si propone che le politiche di “active ageing” (cioè focalizzate sul target degli over 60) vengano migliorate attraverso “l’age management” (cioè l’integrazione tra i bisogni e le potenzialità delle diverse generazioni) partendo dal presupposto che nella nostra società il numero degli anni non possa più essere l’unico fattore di differenziazione (i nonni che insegnano la lingua genovese nelle scuole ne è un piccolo esempio).
Per quanto riguarda i segnali forti, la metà circa dei contenuti sulla Silver Economy che sono stati comunicati negli ultimi mesi fa riferimento all’invecchiamento attivo. Si tratta del business generato da attività ludiche e culturali, dai viaggi e dal turismo della terza età e anche dal tempo libero e dalle attività generate dal bisogno di socializzazione fino ad arrivare agli investimenti in co-living e co-housing. La restante metà dei contenuti pubblicati riguarda i nuovi prodotti dedicati espressamente agli anziani, l’assistenza vera e propria, i servizi finanziari e assicurativi e la ricerca. Quest’ultima riscuote il maggiore interesse (17/18%) e ci ricollega con Genova per via della comunicazione che coinvolge l’Istituto Italiano di Tecnologia e per la notizia del bando del Comune, ripresa da più fonti in Italia, che il 19 novembre ha stanziato 1 Milione di Euro a favore di start up innovative nella Silver Economy. L’assessore allo sviluppo economico GianCarlo Vinacci lo ha presentato con un commento che è stato ripreso dai media genovesi con malcelato orgoglio: “A Milano si stanno arrabbiando perché per una volta siamo più avanti di loro”.
Era perfettamente nel giusto perché, secondo i dati della piattaforma Monitoring Emotion, nel mese di novembre Genova è stata chiamata direttamente in causa 38 volte (Milano 28 e Torino 8) diventando la prima città italiana per citazioni sull’argomento. Le altre informazioni che hanno fatto scalpore e generato viralità positiva per l’immagine di Genova sono state il giorno 16 novembre con il progetto “Silver Bus” (mobilità degli anziani) e il 24 novembre (nonni mobilitati per insegnare la lingua genovese nelle scuole).
Genova, città fra le più longeve d’Europa – 242.000 persone over 65 – sta scommettendo sulla Silver Economy più di altre e se ne scorge il riverbero su diversi mezzi di comunicazione italiani, tradizionali e digitali. Una leadership che è stata avviata quest’anno con il ‘Silver Economy Forum’, che verrà riproposto a giugno 2019 (Comune di Genova, Associazione Smart City, Ameri Communication, Altraetà).
Fra i molti messaggi forti sulla Silver e White Economy (il peso economico) e i pochi ma importanti segnali deboli (una società produttiva da ripensare) si annida anche il commento di una persona anziana, a metà tra sarcasmo e paradosso: “Ragazzi trattateci bene, siamo il vostro futuro!”