Erodoto, il primo storico dell’antichità (484-425 a.C.), è il primo che riflette sulle forme di governo attraverso il dialogo di tre personaggi (Otane, Megabixo e Dario), che devono convincere 7 saggi sulla miglior forma di governo per i Persiani.

Otane sostiene la democrazia, perché il comando di uno solo porta alla rovina, all’arricchimento ingiustificato, fa nascere invidie e scelleratezze, sviluppa la violenza e il sopruso, fa emergere i più fidati e servili e incapaci. Alla fine porta alla rovina. Il governo del popolo, invece, propugna l’eguaglianza e concorda le leggi e fa emergere i più preparati che fanno il bene del popolo.

Megabixo sostiene l’oligarchia perché “è vero quello che dice Otane sulla monarchia” ma democrazia significa anche dare il potere al popolo, una moltitudine ignorante e inetta paralizzata dalle passioni e incline alla violenza e a piccoli interessi. Se invece vengono scelte poche ottime persone esperte in ogni campo il governo delle cose non potrà che essere razionale e illuminato.

Dario, il terzo, convince i 7 saggi dicendo che Megabixo ha certamente ragione sulla democrazia, meno sull’oligarchia perché i vari personaggi di potere finiscono per alimentare invidie e interessi di parte con il risultato che non si dedicheranno più al bene del popolo ma alla loro guerra intestina. Un Re invece, che resta unico a comandare, magari spinto dal popolo stesso che ha bisogno di certezze, acquieta la gente, pacifica i contrasti, non ha invidie e bramosie, può esercitare una costante giustizia e prendere rapidamente le decisioni necessarie in ogni campo.

Ho visto aziende e strutture amministrative e organizzazioni di ogni tipo governate da monarchi e altre da oligarchi. Democratiche non ne ho mai viste funzionanti per molto, nemmeno quelle cooperative, soprattutto quando crescono, e quelle con gli oligarchi non sono durate a lungo. Sono molti gli spiriti liberi, gli anarchici e gli indifferenti che alla fine rinunciano a gestire. Altri si mettono in pensione.

Dario diventa Re dei Persiani.