Spesso pensiamo ai leader come uomini coraggiosi e intrepidi, propensi al rischio e capaci di grandi azioni. Li consideriamo come fossero degli “eroi”. Joseph Badaracco, Professore di Business Ethics all’Università di Harvard, sostiene che non siano queste persone con il loro coraggio e con il loro talento a fare girare il mondo, ma piuttosto che il mondo vada avanti grazie alla somma di milioni di piccole e consequenziali decisioni che le persone (che non stanno “sotto i riflettori”) prendono ogni giorno. Baldaracco li chiama “quiet leader”, sono i manager che per affrontare le sfide più impegnative non scelgono azioni eroiche e manifeste ma agiscono in modo paziente e attento, compiono un passo dopo l’altro e si muovono con riservatezza e senza lasciare vittime. Quello che vogliono è fare la “cosa giusta”, per le loro organizzazioni, per i loro collaboratori e per loro stessi.
Questi leader seguono quattro regole: 1. Riflettere sul tempo delle decisioni se non sia il caso di rimandare a domani, perché il tempo può essere determinante nel definire il successo o l’insuccesso di una azione; 2. Calcolare il rischio e il ritorno di ciascuna azione (prima di lanciarsi in una nuova sfida i quiet leader prestano molta attenzione al rischio e al ritorno che quell’atto potrebbe ingenerare, il loro obiettivo è salvaguardare il “capitale politico”, la loro reputazione e quella di coloro che sono coinvolti nell’iniziativa ad esempio o il network di persone che li apprezzano e stimano); 3. Rispettare le regole sempre perseguendo la propria libertà di agire per evitare di rimanere bloccato nelle proprie azioni (ogni quiet leader trova il modo per agire con efficacia ed autonomia creativa all’interno del sistema di regole definite); 4. Trovare un compromesso, concreto e praticabile.
Lo sforzo quotidiano e paziente di questo tipo di leader rende non solo l’azienda migliore ma, di riflesso, anche il mondo. Contegno, senso del limite e tenacia sono tra le “quiet virtues” necessarie per praticare una “quiet leadership”. Una strada senza dubbio non convenzionale e, in un certo senso nuova, per affrontare un mondo in continua e veloce evoluzione e una società spesso profondamente orientata all’apparire e al primeggiare.