Tre principi di Serendippo mentre viaggiavano, incontrarono un cammelliere disperato che aveva perso il suo animale. I tre principi dissero che avevano notato l’animale lungo la strada, ma non era vero. Il cammelliere chiese più informazioni per essere sicuro e i principi risposero, continuando nel loro scherzo, che il cammello era cieco da un occhio, gli mancava un dente ed era zoppo. Il poveretto annuì e corse a cercarlo ma non lo trovò e più tardi rincontrando i principi chiese loro se erano sicuri. Questi, per reggere la burla, aggiunsero che il cammello aveva una soma carica per metà di miele e per metà di burro. Poiché anche questa informazione corrispondeva al vero tutti dedussero che fossero dei ladri e così furono arrestati e condannati a morte. Tuttavia, fortunatamente, il cammello venne ritrovato e loro prosciolti. “Ma come potevate conoscere tanti particolari se non avete mai visto il cammello?” chiese il re. “Che fosse cieco da un occhio, risposero, si deduceva dall’erba brucata da un solo lato della strada, che gli mancasse un dente si capiva da come era stata mangiata e che fosse zoppo si vedeva dalla profondità delle impronte. E infine che la soma portasse da un lato miele si capiva dalla presenza di mosche da una parte del sentiero e di formiche dall’altra, dove invece colava un po’ di burro”.

Da Serendippo (antica favola persiana) viene il termine “serendipidità” che si usa quando caso, osservazione e sagacia consentono di scoprire meraviglie e raggiungere risultati insperati. Ad esempio l’America scoperta cercando le Indie, o il Viagra trovato studiando un farmaco contro l’angina pectoris. Un ricercatore americano di nome Comroe l’ha definita così: “Serendipidità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino”.

La serendipidità è il misterioso segreto che ha fatto diventare Genova la quarta città turistica italiana.