Ocean Race è un evento sportivo estremo d’élite, appassiona velisti e amanti del mare di tutto il mondo, e gode di una comunicazione globale di alto profilo. Solo nell’ultimo mese si è parlato della grande manifestazione in più di 35.000 articoli, servizi radio-TV, blog, siti web e principali social con un engagement misurato di oltre mezzo milione di persone e una potenzialità di contatto indiretto praticamente incalcolabile se si tiene conto dell’impatto di televisioni radio e giornali sia online che offline: l’algoritmo a cui siamo obbligati per misurarne l’efficacia lo ha fissato in 10 Miliardi di persone nell’ultima settimana! I paesi di maggiore impatto comunicativo nel giugno ‘23 sono stati gli Stati Uniti (36%), l’Italia (17%) Germania e Spagna (8% circa), Francia 4% e a seguire con percentuali diverse tutto il resto del mondo. Un panorama internazionale di tutto interesse. Gli influencer maggiori del mese? Per gli Stati Uniti la CNN e per l’Italia SKY tg24. In tutti e due i casi, nei loro servizi più seguiti, Genova c’era.

The Ocean Race

Osservando i dati – anzi i “big data” – di questa regata mondiale che ha portato con sé anche la sfida tutta virtuale di notorietà per la città di Genova, possiamo trarre qualche informazione utile per capire se il vento della comunicazione è stato favorevole e la scommessa vinta o quasi vinta o persa.

Dalla partenza di Alicante in sei mesi Genova è stata specificatamente coinvolta dalla comunicazione su Ocean Race – attraverso servizi e messaggi online e offline associati alla cronaca della gara stessa, al padiglione del Comune nelle tappe e al “Grand Finale” – più di 12.000 volte di cui la metà solo nel mese di giugno, e quasi 3.000 nell’ultima settimana. Senza contare la comunicazione pregressa del 2022 (3.600 clip) e quella ancora a venire. Si è trattato di uno spot continuo ma – meglio di ogni pubblicità – sono intervenuti a parlare di Genova giornalisti, grandi sportivi, opinion leader e semplici persone che hanno alimentato interessi e curiosità positive: la città del “ponte” è diventata la città del mare, della sostenibilità, dello sport, della nautica, dei Rolli, del Waterfront. Viceversa il “sentiment negativo” che viene assegnato dall’intelligenza artificiale sulla base del linguaggio critico utilizzato in ogni messaggio, si è quasi tutto concentrato sulle orche assassine che il 23 giugno hanno attaccato le imbarcazioni a ovest di Gibilterra.

Andando più a fondo scopriamo che le clip di interesse genovese sono state pubblicate nel 67% dei casi da blog e siti web, nel 18% da social (tenendo conto che ci sono restrizioni al loro completo censimento) e nel 15% da tutte le altre fonti in particolare offline (radioTV e stampa). La percentuale di clip estere in lingua inglese che hanno parlato di Genova da Alicante ad oggi, di particolare interesse per la promozione internazionale della città, è stata del 30%. Salita al 36% a giugno può essere considerata un vero e proprio record storico mai raggiunto da un evento genovese forse escludendo il G8 del 2001 o l’intero 2004 Genova Capitale Europea della Cultura in una dimensione tuttavia assai più continentale.

The Ocean Race 1

Nella gara virtuale della comunicazione un ruolo importante è stato svolto da molti attori locali, nazionali e internazionali a partire dai giornali e dalle televisioni. In ordine di importanza per quantità di servizi ed engagement nei sei mesi l’americana PBS News, il ligure Primo Canale e BBCSport e per i giornali il Secolo XIX, il New York Post, la Repubblica, La Stampa. Le Agenzie più attive Ansa e Associated Press. Nei 400 account Facebook italiani e stranieri di interesse genovese che il network consente di monitorare nel rispetto della privacy, troviamo una curiosità e probabilmente un record: dalla partenza di Alicante al Grand Finale il Sindaco di Genova Marco Bucci occupa stabilmente il secondo posto per l’efficacia dei messaggi e l’engagement di curiosi, appassionati di vela e fan di Genova. Al primo posto solo e sempre l’account ufficiale di Ocean Race.

Nelle strategie di marketing urbano che hanno l’obiettivo di attrarre persone, turismo, professionalità e investimenti nel territorio, si giocano sempre due partite parallele: una tangibile determinata dai fatti concreti come ad esempio l’organizzazione di grandi eventi o la valorizzazione delle eccellenze, la barca, e una intangibile che punta a notorietà e immagine, in una parola la comunicazione, il vento.  Senza quest’ultima la competizione globale con le altre città e le chance dello sviluppo hanno scarse probabilità di successo. Un antico proverbio è fonte di saggezza: “anche Dio ha bisogno di campane”. Genova ha scelto il mare.

Questo articolo è stato pubblicato su Il Secolo XIX