La complessità e la discontinuità del cambiamento non è questione retorica. Significa restare indietro. Non essere aggiornati senza saperlo. Perdere il lavoro senza essere preparati . Oppure rinunciare a cercarlo o non saperlo fare. Significa anche confondere gli affetti (pensiamo al femminicidio). Vuol dire non interpretare correttamente il contesto in cui si vive. Insomma in due parole significa non capire e soccombere, arrendersi. Il danno individuale a volte è irrecuperabile quello sociale è enorme per il malessere, per le energie sprecate, per i costi della comunità.

Forse può aiutare una visione per la quale “la scuola dell’obbligo non finisce mai”. In altre parole un progetto culturale e sociale che faciliti l’apprendimento continuo, culturale e professionale. Abbiamo strutture, docenti, competenze che possono essere messe a disposizione anche a bassi costi grazie al volontariato. Usiamole. La condizione è l’esistenza di un piano, la capacità organizzativa di chi già si occupa di formazione e il concorrere della intelligenza sociale delle persone di ogni età. Dovremmo decidere di combattere meglio lo shock del futuro.